25 Mag Rischio Legionellosi
Strutture turistico-ricettive e agli altri edifici ad uso civile e industriale scarsamente o non utilizzati durante la pandemia di COVID-19
Per effetto dei diversi provvedimenti normativi recanti misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 si è avuta una sospensione o una drastica riduzione nella frequenza e nella gestione di molti edifici o parti di essi, quali, tra l’altro, luoghi di lavoro, scuole, università, strutture per l’infanzia, istituti scolastici, alberghi ed edifici con alloggio, attività di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, mense), centri sportivi e commerciali, strutture turistico-recettive, ricreative ed espositive.
La chiusura di edifici o parti di essi, comporta una riduzione nell’utilizzo delle utenze degli impianti idrici, e quindi ristagno di acqua, rami morti e sviluppo di biofilm, condizioni che determinano la colonizzazione e la proliferazione del batterio Legionella all’interno degli impianti.
I responsabili di tutti gli impianti a rischio di trasmissione di Legionella di strutture turistico recettive e altri edifici ad uso civile e industriale devono adottare adeguate misure di prevenzione per controllarne la proliferazione, per evitare il verificarsi di casi in ospiti e lavoratori di strutture turistico-recettive o di altri edifici alla riapertura degli impianti.
Cosa fare dunque per la gestione e la prevenzione del rischio Legionella?
E’ opportuno adottare delle misure preventive, che si basano proprio sulla gestione delle utenze e dei punti di accumulo dell’acqua sanitaria
Alcune misure, applicabili per esempio alle strutture che sono rimaste chiuse per più di un mese:
- verificare la corretta circolazione dell’acqua calda in tutte le parti del sistema idrico assicurando, al contempo, che la temperatura all’interno dell’accumulo o del boiler sia non inferiore a 60°C mentre quella misurata in corrispondenza del ritorno dagli anelli di ricircolo non scenda al di sotto dei 50°C;
- verificare che la temperatura dell’acqua calda, erogata da ciascun terminale di uscita, raggiunga un valore non inferiore a 50°C entro 1 minuto dall’apertura del terminale (evitando schizzi) e che la temperatura dell’acqua fredda non superi i 20°C dopo un flussaggio di 1 minuto. In presenza di valvole miscelatrici termostatiche, verificare che le suddette temperature vengano raggiunte dalle tubazioni che le alimentano;
- pulire, disincrostare e, all’occorrenza, sostituire tutti i terminali (docce e rubinetti) di acqua calda e fredda; flussare abbondantemente e disinfettare periodicamente con cloro le cassette di scarico per WC, gli orinatoi, i by-pass e tutti gli altri punti sulla rete.
Nel caso in cui le strutture siano rimaste chiuse per meno di un mese o che risultino frequentati e/o manutenuti in modo da assicurare un flussaggio periodico di acqua dai rubinetti e dalle docce presenti nelle camere, è possibile applicare un normale regime di controllo degli impianti.
Indipendentemente dalla sospensione delle attività per l’emergenza COVID-19, per poter definire delle efficaci misure di prevenzione è necessario effettuare una valutazione del rischio, sulla base della tipologia di struttura e quindi della tipologia di impianto idrico, ma anche di condizionamento presente
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