INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI – Giornata internazionale della donna: il Dossier 2021 dell’Inail

INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI – Giornata internazionale della donna: il Dossier 2021 dell’Inail

 

L’analisi sull’andamento infortunistico indica che le lavoratrici sono più colpite dai contagi professionali da Covid-19. Confermata la maggiore incidenza del “rischio strada” e la prevalenza di patologie del sistema osteo-muscolare.

INFORTUNI

 

Quasi la metà dei decessi femminili nel tragitto tra la casa e il luogo di lavoro
Lo studio con i dati del 2019, aggiornati allo scorso 31 ottobre, conferma l’elevata incidenza per le donne degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso di andata e ritorno tra casa e luogo di lavoro. Questi infortuni rappresentano, infatti, il 23,5% (praticamente una su quattro) del totale delle denunce femminili (231.128) e il 12,5% (poco più di una su dieci) del totale di quelle maschili (413.779). Più elevata l’incidenza per le denunce con esito mortale: nel 2019, quasi un decesso femminile su due (44 su 97, il 45,4%) è avvenuto in itinere.

 
Nel quinquennio 2015-2019 denunce in aumento dell’1,8%
Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019, a fronte di un aumento dell’occupazione pari al +1,1%, le denunce di infortunio delle lavoratrici sono passate dalle 227.068 del 2015 alle 231.128 del 2019, con un aumento percentuale dell’1,8%, maggiore rispetto a quello rilevato tra i lavoratori (+1,0%), per i quali l’Istat ha registrato un aumento dell’occupazione pari al +0,3%.

Le denunce di infortunio con esito mortale tra le lavoratrici sono, invece, diminuite, dai 117 casi del 2015 ai 97 del 2019 (-17,1%), in maniera più marcata rispetto alla riduzione dell’8,9% rilevata tra i lavoratori.

Crescono di più gli infortuni tra le ultra sessantenni
Tutte le fasce di età hanno registrato nel 2019 un andamento infortunistico altalenante rispetto all’anno precedente, con la riduzione più marcata per la fascia 40–44 anni (-4,0%) e aumenti più alti per le ultra 60enni (+3,9%). La fascia tra i 50-54 anni, con 31.782 casi (-1,2%), è la più colpita in valore assoluto e rappresenta il 13,8% di tutti gli infortuni al femminile.

La caduta è la prima causa d’infortunio
Nel periodo 2015-2019, la caduta è la prima causa di infortunio per le donne (26,7% sul totale dei casi codificati) e la quarta per gli uomini (17,6%), seguita dai movimenti del corpo sotto sforzo fisico (23,4%), che è anche la seconda causa degli infortuni maschili (21,1%), esposti soprattutto alla perdita di controllo di mezzi, macchinari o utensili. Nel 2019, la sede più interessata dagli infortuni continua a essere la mano, anche se per le donne ha un’incidenza inferiore rispetto agli uomini (23,3% dei casi codificati contro 29,2%), dovuta alla maggiore rilevanza assunta dalla caviglia (13,7% contro 8,9%), dalla colonna vertebrale e dal ginocchio (entrambi al 10% per le donne contro, rispettivamente, l’8,3% e il 7,9% per gli uomini). Sia per gli uomini che per le donne, le conseguenze più frequenti degli infortuni sono contusioni e lussazioni.

Covid-19: le lavoratrici sono le più colpite
In controtendenza rispetto al complesso degli infortuni sul lavoro, tra i quali i casi femminili si fermano al 36%, le lavoratrici sono le più colpite dai contagi professionali da Covid-19. L’età media tra le contagiate è di 46 anni. Tra le figure professionali più colpite ci sono le infermiere (81,1% dei casi della categoria) e le fisioterapiste (5,8%). Segue la categoria delle operatrici sociosanitarie, con il 22,4% dei casi, e, con l’8,9%, quella delle lavoratrici qualificate nei servizi personali e assimilati. Il 6,3% dei casi riguarda, invece, i medici e il 5,0% le lavoratrici non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari.

L’incidenza femminile per settore di attività
Nel 2019 l’incidenza degli infortuni delle lavoratrici è particolarmente elevata nel settore dei servizi domestici e familiari (colf e badanti), con l’89,9% sul totale delle denunce del settore, seguito da sanità e assistenza sociale (74,2%) e dal confezionamento di articoli di abbigliamento (70,9%), mentre nei settori più rischiosi dell’industria scende fino al 2,8% rilevato nelle costruzioni.

MALATTIE PROFESSIONALI

Dorsopatie, disturbi dei tessuti molli e sindrome del tunnel carpale le patologie più frequenti
Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso si confermano, anche nel 2019, le più frequenti tra i lavoratori nel complesso (78,3% del totale delle denunce). Ben marcata resta anche la differenza tra uomini e donne: se le patologie citate rappresentano il 74,5% delle denunce dei lavoratori, la percentuale sale al 90,9% tra le lavoratrici (oltre 15mila delle 16.640 denunce complessive). In particolare, fra le patologie del sistema osteo-muscolare, le malattie più frequenti sono le dorsopatie ed i disturbi dei tessuti molli (circa il 92%).
Nei disturbi psichici l’incidenza femminile più alta: la quasi totalità è rappresentata dalla sindrome del tunnel carpale.

La distribuzione per settore di attività
Il 75,0% delle denunce di malattia professionale femminili nel 2019 si sono concentrate nella gestione più grande dell’Industria e servizi (contro l’82,6% dei maschi), il 22,8% nell’Agricoltura e il restante 2,2% nel Conto Stato. Nell’ambito delle attività dell’Industria e servizi, escludendo i casi non determinati, la quasi totalità delle denunce (69,2%) di lavoratori uomini si concentrano nelle attività industriali, come quelle manifatturiere e delle costruzioni. Nel caso delle lavoratrici il 66,3% dei casi ricade, invece, nei settori dei servizi (commercio, trasporti, sanità…) e il restante 33,7% nelle attività industriali.